The face of the deep. A devotional commentary of the Apocalypse

The face of the deep. A devotional commentary of the Apocalypse

                        London, Society for promoting christian knowledge, 1895

                        Localizzazione: CESR

Christina Rossetti realizza qui il primo commento al libro dell’ Apocalisse fatto per mano di una donna, ordendo un prezioso innesto di poesia e prosa. Il suo approccio al testo sacro non è di stampo teologico o accademico, ma dettato soltanto dal fervore religioso e dalla devozione. “The face of the deep” e “Time flies” (1885), pubblicati sotto il patrocinio della “Society for promoting christian knowledge”, costituiscono i testi della produzione della figlia di Gabriele Rossetti che, per merito del loro carattere popolare, nell’ immediato raggiunsero il più vasto pubblico.
Nella breve nota prefattoria Christina si augura di avere, con l’ aiuto di Dio, la giusta pazienza per portare a compimento nel migliore dei modi un lavoro di siffatta levatura. Ella esordisce con l’ emblematica frase: “If thou canst dive, bring up pearls. If thou canst not dive, collect amber. Tough I fail to identify Paradisiacal bdellium, I still may hope to search out beauty of the onyx stone”. Con queste parole, alcune delle quali sapientemente tratte dalla Bibbia, che stanno ad indicare proprio il dualismo tra disvelamento e oscurità sotteso al testo sacro, Christina intende dire che investirà tutte le proprie risorse nell’ ambizioso lavoro, che in ogni caso darà dei frutti.

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