Da Vancouver a Vasto. Le carte della Famiglia Rossetti

Da Vancouver a Vasto. Le carte della Famiglia Rossetti

Le carte della Famiglia Rossetti:

da Vancouver (Canada) a Vasto

Il Centro Europeo di Studi Rossettiani, insieme all’Università d’Annunzio nell’ambito del Dottorato di ricerca Storia, patrimonio culturale e lingue dell’area euro-mediterranea, ha avviato una proficua collaborazione con la Biblioteca universitaria di Vancouver per approfondire lo studio del fondo Angeli-Dennis, dedicato ai Rossetti e alla Confraternita dei Preraffaelliti di straordinario interesse documentario. “Un fondo enorme ancora non del tutto esplorato – ha spiegato Gianni Oliva, direttore CESR, durante la conferenza stampa di presentazione – che abbiamo acquisito per avere una nuova prospettiva d’indagine non solo sulla figura dell’esule vastese, ma anche sugli altri componenti della famiglia”.

Le ricerche dirette dal Centro Studi negli ultimi due anni si erano concentrate sullo studio dei taccuini inediti di Gabriele Rossetti: da questi poi si sono allargate a coloro che per ragioni di interesse artistico o famigliare gravitarono attorno ai Rossetti. Uno studio condotto parallelamente su più fascicoli, molti di questi ancora non pubblicati, che ci ha permesso di scoprire le diverse potenzialità inespresse del Fondo. Gli studiosi che fino ad oggi lo hanno consultato, si sono soffermati per lo più sul materiale catalogato e noto attraverso i primi regesti. Questo, tuttavia, rappresenta solo il primo passo di avvicinamento alla Collezione canadese. “In particolare, ci siamo concentrati su quanto William, nel suo lavoro di paziente archivista di famiglia, nei suoi lunghi anni di vita, ha raccolto in lingua italiana, soprattutto le carte del padre e del nonno”.

La parte in italiano della “Sezione Inediti e Rari” raccoglie manoscritti, carteggi, opere a stampa, bozze di opere rimaste ancora oggi “unsorted” (senza catalogazione). Proprio su questa è stato avviato un lavoro di catalogazione nel primo semestre del 2018 culminato nello scorso mese di giugno in una ricerca in loco da parte della dott.ssa Mariella Di Brigida, dottoranda dell’Università d’Annunzio e partner del progetto di ricerca. Tra i documenti inediti, ad esempio, quelli presenti nel faldone “Vasto Correspondance”, che testimoniano l’attaccamento di William alla città paterna intrattenuto mediante fitta corrispondenza epistolare con i politici e notabili dell’epoca. William ha conservato non solo le lettere ma anche i documenti ufficiali, opere di vastesi illustri in un certosino lavoro di conservazione grazie al quale oggi possiamo ricostruire tappe importanti della storia della nostra città e non solo. Tra gli altri documenti, infatti, emergono gli interessi per la letteratura europea da parte di Gabriele Rossetti, elemento questo che permette oggi di ridisegnare il profilo di un autore tacciato in passato di provincialismo. Un patrimonio immenso lasciato in eredità alla figlia Helen e alla nipote Imogene che solo la lungimiranza di uno studioso come William Fredeman negli anni ’60 ha permesso che fosse spostato dalla casa di Woodstock alla British Columbia University di Vancouver.

“Uno lavoro a stretto contatto con il personale della Rare Book and Special Collections dell’Irving K. Barber Learning Centre finalizzato al riordino dei fascicoli. E grazie alla disponibilità della direttrice della Biblioteca Katherine Kalsbeek e dell’Archivista Kristzina Lazlo siamo certi riusciremo già per il prossimo anno a pubblicare i documenti più interessanti e magari ad accogliere, e noi ce lo auguriamo vivamente, qui a Vasto in una mostra che ha il sapore di un ritorno a casa”.

Ha dichiarato l’Assessore alla Cultura Giuseppe Forte: “E’ una giornata felice per la cultura vastese. Vasto non può che essere orgogliosa di questo lavoro e della sua storia, delle passate generazioni che hanno aperto un’orizzonte diverso ai loro contemporanei e a noi posteri, a cui spetta un onere importante conservare la memoria e divulgarla alle nuove generazioni. Un augurio da parte di tutta l’Amministrazione di buon lavoro al Centro Europeo di Studi Rossettiani per i futuri progetti”.

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