15 Mar L’arpa evangelica
Genova, Dario Giuseppe Rossi, 1852
Localizzazione: CESR
Nel 1851 Gabriele Rossetti, ormai da molti anni esule a Londra, riceve lettere cortesi e poesie sacre dal marchese genovese Gian Carlo di Negro, autore dei “Sermoni sacri”. Sotto l’ impulso di questa conoscenza epistolare, il Vastese decide di offire all’ Italia un volume di canti religiosi dal titolo “L’ arpa evangelica”, che fa pubblicare a Genova e che dedica proprio all’ illustre patrizio ligure.
Lo stesso Gabriele, in una lettera a Teodorico Pietrocola Rossetti, nel chiedere al nipote un giudizio sulla propria nuova raccolta poetica, si giustifica per le eventuali parti di meno spiccato valore letterario, visto che i suoi sono componimenti partoriti piuttosto di getto, nell’ arco di pochi mesi ( “Troverete componimenti assai piacevoli, ed altri mediocri. Ma il libro fu composto in tre mesi, e non poteva essere buono da capo a fondo”). A questa autocritica si contrappone il giudizio di Giosuè Carducci, che elogia il sentimento profondo, religioso e patriottico, che anima le poesie del Rossetti: “Non si spaventi il lettore a questo nome di poesie religiose, tristo in Italia per le stentate inezie di uno o due secoli fa….. Composte da un povero vecchio esule e padre di famiglia a conforto della sua cecità, ridondanti perciò d’ un affetto vero e profondo di religione; di quella religione che risponde agli arcani bisogni del cuore, che si mesce al sentimento della natura esteriore , che si confonde all’ amore della patria e del genere umano, che anziché schiacciare l’ uomo ne rafforza la dignità; queste sono poesie veremente, e belle ed utili e civili poesie. E desidereremmo, che così facili e armoniche come elle sono, venissero accolte a far parte della educazione religiosa dei fanciulli ed anche dei giovanetti, ai quali pure si cacciano in testa tante vanità e tante goffaggini”.