I Rossetti e… il naso di Dante

I Rossetti e… il naso di Dante

I Rossetti e… il naso di Dante.

di Alessandro Cianci

 

Una storia che sembra uscita da un romanzo di Dan Brown, quella narrata da Pier Luigi Vercesi, giornalista del Corriere della Sera, che vede la famiglia Rossetti tra i protagonisti.

“Il naso di Dante” – edizione Neri Pozza, ottobre 2018 – prende spunto da una curiosa vicenda: correva l’anno 1840 quando il Barone Seymour Kirkup, pittore ed appassionato di spiritismo, realizzò la copia di un dipinto di Giotto appena rinvenuto a Firenze, presso il palazzo del Bargello. Il ritratto suscitò da subito un grande interesse perché mostrava un Dante Alighieri dal naso più “dolce” rispetto al più noto e caratteristico profilo aquilino del poeta, reso celebre dal dipinto di Botticelli.

Kirkup inviò la copia a Londra, destinatario il suo amico patriota e dantista Gabriele Rossetti, primo interprete di una visione esoterica della Divina Commedia.

Partendo da questa vicenda, l’autore del libro sottolinea come le rappresentazioni successivamente realizzate da Dante Gabriel –celebre pittore preraffaelita figlio di Gabriele – propongano, anche esse, un Dante dal naso “dolce”, come nel dipinto a disposizione della sua famiglia. Vercesi si spinge oltre, fino a scorgere una coerenza tra la non comune scelta pittorica di Dante Gabriel e la visione tutt’altro che ortodossa del genitore. La determinazione nel rappresentare un Dante dal profilo insolito sarebbe, quindi, una scelta non casuale, tesa a rafforzare la visione rossettiana della Commedia. Un tratto somatico che, quindi, travalicherebbe l’estetica, assumendo un significato fortemente simbolico, simbolismi così cari a Gabriele Rossetti.

Il libro, a tratti complesso per fluidità narrativa e scelta stilistica, presenta tuttavia una ricca esposizione di vicende che abbracciano due secoli, coinvolgendo nella narrazione nomi quali Foscolo, Pascoli, Eco. Un capitolo intero è dedicato alla vita di Gabriele Rossetti con dovizia di particolari che restituiscono uno spaccato insolito del “carbonaro fuggiasco”. Nutrita è anche la bibliografia di riferimento, che pesca a piene mani nelle opere dei professori Gianni Oliva e Mirko Menna del Centro Europeo di Studi Rossettiani di Vasto.

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