La preghiera laica di Franco Arminio

La preghiera laica di Franco Arminio

Giovedì Rossettiani 2018
Scenari diVersi – Poesia a teatro

– Recensione Spettacolo  – 15/04/2018

In ginocchio davanti agli uomini o alla poesia. Alla terra o al cielo. Alla vita o alla morte, il suo chiodo fisso; perché Franco Arminio la morte la teme, a causa dell’ipocondria ereditata da sua madre, ma non la vuole affatto esorcizzare. Bensì esaltare come lievito di una esistenza piena. La paura di morire è l’unica cosa che può farci vivere pienamente ha detto con pacata convinzione, davanti al teatro, pieno come sempre negli ormai tradizionali Giovedì Rossettiani. In ginocchio, dicevamo, per penitenza o per devozione. Per comodità o per fare scena. Non ha importanza. Lui comunque lo fa. Si inginocchia e legge. Anzi parla. E riempie gli spazi pure con i silenzi, cioè con le pause. Racconta le sue cartoline, paradossalmente scritte da morti, come episodi della sua vita, che, manco a farlo apposta, è piena, di morti. Come le vite di tutti, perché la morte è l’unica cosa che in quanto esseri viventi abbiamo in comune. Da Nord a Sud.
A dispetto del tema della serata però non ha fatto intristire Franco Arminio, autodefinito paesologo, poeta, ex maestro elementare e strenuo sostenitore delle piccole realtà locali, che va a scovare instancabilmente in tutta la penisola. Piuttosto ha fatto sorridere e riflettere. Persino cantare, in un incontro, il secondo Giovedì Rossettiano edizione 2018, che non è stato uno spettacolo quanto più una chiacchierata tra amici, che non si conoscono e che proprio per questo non si temono. Oltre due ore di riflessioni a braccio e tanti abbracci. Visivi, nonostante il buio. Rotto dai sorrisi e dalle voci. Quelle del pubblico, chiamato a intervenire e poi intervenuto senza più bisogno di essere chiamato.
Qualcuno è salito sul palco e ci si è trovato bene. È stata un po’ questa la magia della serata. La condivisione che fa sentire tutti uguali e dunque meno soli. Ed è questo il fine ultimo dell’opera tutta di Arminio. Della sua poesia, della sua arte del narrare che sanno un po’ di passato, di storie che però poi ritornano. Anzi che non ci abbandonano mai, come le ninna nanne, perché il passato è il luogo da dove veniamo e quello dove andremo. La morte appunto, che altro non è se non la condizione che ci permette di dirci vivi. Se pensiamo che si muore una volta e per sempre, allora la vita diventa un regalo. Ogni esistenza, anche quelle trascorse nei borghi che hanno esposto bandiera bianca, nei paesi fantasma dove sono rimasti solo i vecchi che parlano da soli per non dimenticare come si fa. Eppure ha ricordato Arminio tutti sappiamo ascoltare e ognuno ha qualcosa da dire. Così come dovunque c’è qualcosa da vedere. Gli alberi ad esempio, e le foglie appena spuntate. La società non si valuta solo dal progresso e dall’ innovazione. Le cose importanti sono altre oltre “l’efficienza che rischia di diventare sufficienza”. Per questo il Sud è vivo. Più di quanto si creda. Più di quanto i meridionali credono. In una società che insegna a denigrare se stessi e cercare realizzazione solo altrove è il momento di ricominciare a guardarci accanto e pure dentro. E magari a chiudere scuole e uffici il mese di maggio, chè è troppo bello per non uscire allo scoperto.
Lo propone all’assessore alla cultura del Comune, divenuto uno degli attori con tanto di recita in dialetto, Arminio. Come pure all’assessore Forte lancia l’idea di fondare un circolo del lutto, dove ci si possa riunire a parlare dei morti. Che, insiste il poeta di Bisaccia, sono parte della vita. Basti pensare che le stime più attendibili parlano di cento miliardi di decessi dalla notte dei tempi fino a oggi. Tanti esseri umani. Troppi per essere dimenticati.
E non verrà dimenticata nemmeno questa strana serata rossettiana, dove ci si è “sgretolati in conversazioni” per poi riscoprirsi uguali. Sì, le parole forse sì, cadranno dietro le spalle senza fare rumore. Ma “resteranno i canti”.

Novella Di Paolo

x

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza online. Accettando l'accettazione dei cookie in conformità con la nostra politica sui cookie.

Accetto Non accetto Centro privacy Impostazioni Privacy